43 Marzia Lucchesi , Ludus est crimen?
Marzia Lucchesi, Ludus est crimen? Diritto, gioco, cultura umanistica nell’opera di Stefano Costa, canonista pavese del Quattrocento
Cisalpino-Istituto editoriale universitario, Milano 2005, XVI, 268 p.
Fonti e studi per la storia dell’Università di Pavia
ISBN: 88-323-6032-2
Il Centro per la storia dell’Università di Pavia promuove e coordina lo studio sistematico dell’Ateneo pavese dalle sue origini ai giorni nostri. Questo lavoro viene svolto con particolare riferimento ai contributi che lo Studio pavese ha dato al progresso della cultura, alle istituzioni e alle strutture scientifiche e delle Facoltà nel loro sviluppo nonché alle figure rappresentative dei docenti e alle relazioni tra le vicende universitarie e la vita politica e sociale.
Ampie ricerche sono dedicate anche alle caratteristiche demografiche e sociali della popolazione studentesca e dei docenti.
Nel clima di intenso fervore culturale che accompagna il rifiorire dell’Università di Pavia nella seconda metà del Quattrocento, la sensibilità umanistica che si manifesta anche nello studio e nell’insegnamento del diritto non appare monopolio di talune grandi figure quali Catone Sacco o Giasone del Maino. Anche altri giurisperiti meno noti, operanti sulla ribalta accademica pavese, mostrano di possedere robusti legami con lo studio delle humanae litterae e appaiono tutt’altro che insensibili allo spirito di rinnovamento scientifico che investe l’intero Studio Ticinese. Esemplari al riguardo appaiono la figura e l’opera del canonista pavese Stefano Costa, che non solo suscita grande interesse tra gli studenti – e segnatamente tra quelli della natio germanica – con il suo collaudato corso del Sextus e delle Clementinae, ma che pubblica altresì alcuni innovativi lavori tra i quali spicca una trattazione giuridica sul tema del gioco. E proprio l’esame di quest’opera, alla quale è consacrata una parte consistente della presente indagine, consente di mettere in piena luce l’indubbia apertura del doctor pavese alle nuove correnti culturali. La trama del Tractatus de ludos si rivela infatti densa di valenze e di significati umanistici, a cominciare dalla stessa scrittura, utilizzata sul piano strutturale come una sorta di ammiccante divertissement fra chi legge e chi scrive. Sul piano dei contenuti, poi, l’opera presenta sviluppi ad ampio raggio. Certo, Costa si avvale di tradizionali fonti dottrinali canonistiche e civilistiche, ma ricorre di frequente anche ad altre fino a quel momento poco praticate dai mestieranti del diritto. Tali fonti gli permettono di passare con estrema facilità dall’ambito meramente giuridico a quello filosofico, etico, letterario, e storico, e di considerare da una pluralità di punti di vista il fenomeno ludico, che viene così illustrato nelle sue variegate e molteplici sfaccettature.
Marzia Lucchesi è ricercatore confermato di Storia del Diritto Medievale e Moderno presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Pavia, e svolge la propria attività presso il Dipartimento di Diritto Romano, Storia e Filosofia del Diritto. Si è occupata di temi relativi alla storia della giustizia, alla letteratura consiliare e alla formazione della dogmatica penalistica. Ha pubblicato, oltre a una serie di scritti minori, il volume Si quis occidit occidetur. L’omicidio doloso nelle fonti consiliari (secoli XIV-XVI), Padova, CEDAM, 1999.
Marzia Lucchesi è ricercatore confermato di Storia del Diritto Medievale e Moderno presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Pavia, e svolge la propria attività presso il Dipartimento di Diritto Romano, Storia e Filosofia del Diritto. Si è occupata di temi relativi alla storia della giustizia, alla letteratura consiliare e alla formazione della dogmatica penalistica. Ha pubblicato, oltre a una serie di scritti minori, il volume Si quis occidit occidetur. L’omicidio doloso nelle fonti consiliari (secoli XIV-XVI), Padova, CEDAM, 1999.