18 Defendente Sacchi, filosofo, critico, narratore

Defendente Sacchi filosofo, critico, narratore

Presentazione di Emilio Gabba e Dante Zanetti
Cisalpino-Istituto editoriale universitario, Milano 1992, 583 p.
Fonti e studi per la storia dell’Università di Pavia
ISBN: 88-205-0690-4
Il Centro per la storia dell’Università di Pavia promuove e coordina lo studio sistematico dell’Ateneo pavese dalle sue origini ai giorni nostri. Questo lavoro viene svolto con particola­re riferimento ai contributi che lo Studio pavese ha dato al progresso della cultura, alle istitu­zioni e alle strutture scientifiche e delle Facoltà nel loro sviluppo nonché alle figure rappresentative dei docenti e alle relazioni tra le vicende universitarie e la vita politica e sociale.
Ampie ricerche sono dedicate anche alle caratteristiche demografiche e sociali della popola­zione studentesca e dei docenti.
Laureatosi in legge nel 1817, il pavese Defendente Sacchi (1796-1840) approfondì gli studi filo­sofici e letterari, partecipando alla vita della Società-Scientifico-letteraria ticinese. Pubblicò tra il 1818 e il 1820 la Storia della filosofia greca e nel 1819 l’ Elogio di Condillac. All’età di ventidue anni fondò con Giuseppe Germani e Luigi Rolla la prima collana italiana di classici filosofici (la «Collezione dei Classici Metafisici», in cui uscirono opere di Cartesio, Condillac, Locke, Male­branche, Hume, Kant, Destutt Tracy, Laromiguière, Cudwort, Virey, Cicognara. Pagano). Dal 1824 si intensificano i suoi rapporti con Gian Domenico Romagnosi, del quale diventerà uno dei discepoli più stretti (insieme con il cugino Giuseppe Sacchi, con Carlo Cattaneo e Giuseppe Fer­rari). La «filosofia civile» del Romagnosi influenza anche l’attività pubblicistica del Sacchi, che vide nel giornalismo una missione per contribuire al progresso della società italiana (in questo volume sono censiti oltre un migliaio di suoi articoli).
Defendente Sacchi esordì come romanziere nel 1822 con l’Oriele, un romanzo sentimentale il cui modello principale è costituito dalla Nouvelle Héloïse di Rousseau, ma che presenta anche com­plesse implicazioni storiche e simboliche. Al Medioevo andrà poi la sua preferenza di narratore, sia nei romanzi storici I Lambertazzi e i Geremei Teodote che nei racconti e novelle. Il suo maggior contributo come storico del Medioevo è costituito dalle Antichità romantiche d’I­talia, comprensive di un saggio Intorno all’architettura simbolicacivile e militare usata in Italia nei secoli VI, VII e VIlI e di due saggi Sulle feste e sull’origine, stato e decadenza de’ Municipii italiani nel Medio Evo.
Il Sacchi sviluppò uno specifico interesse professionale per le arti figurative, accompagnando la riflessione teorica (identificò l’idea del Bello soprattutto con l’arte di Canova) con la cronaca im­mediata delle visite a mostre d’arte contemporanea e a studi di artisti, attento soprattutto all’ opera di Pompeo Marchesi, Hayez, Diotti, Migliara. Legato a Cesare Ferreri, fornì anche un contributo critico sulla calcografia. Dispose per legato testamentario la fondazione della Scuola di Pittura a Pavia.