42 Sonia Castro , Tra Italia e Svizzera
Sonia Castro, Tra Italia e Svizzera. La presenza degli studenti svizzeri nell’Università di Pavia (1860-1945)
Cisalpino-Istituto editoriale universitario, Milano 2004, XXIII, 406 p.
Fonti e studi per la storia dell’Università di Pavia
ISBN: 88-323-4073-9
Il Centro per la storia dell’Università di Pavia promuove e coordina lo studio sistematico dell’Ateneo pavese dalle sue origini ai giorni nostri. Questo lavoro viene svolto con particolare riferimento ai contributi che lo Studio pavese ha dato al progresso della cultura, alle istituzioni e alle strutture scientifiche e delle Facoltà nel loro sviluppo nonché alle figure rappresentative dei docenti e alle relazioni tra le vicende universitarie e la vita politica e sociale.
Ampie ricerche sono dedicate anche alle caratteristiche demografiche e sociali della popolazione studentesca e dei docenti.
Ampie ricerche sono dedicate anche alle caratteristiche demografiche e sociali della popolazione studentesca e dei docenti.
L’afflusso degli studenti svizzeri all’Università di Pavia è una costante plurisecolare e un fenomeno rilevante nella storia della mobilità intellettuale europea. Nel periodo compreso tra l’Unità d’Italia e la fine della seconda guerra mondiale l’Ateneo pavese attrasse alcune centinaia di studenti e studentesse svizzeri, in gran parte ticinesi, la cui formazione scientifica e professionale diede poi frutti fecondi nel contesto della modernizzazione delle regioni di origine.
In queste pagine si delinea uno spaccato del mondo studentesco, ticinese, svizzero, e di riflesso anche di quello italiano, sullo sfondo delle relazioni intercorse tra la Svizzera e le istituzioni del Regno, ripercorrendo i dibattiti sull’italianità e sull’istituzione di un’università nel Canton Ticino, la battaglia per il cosiddetto «pareggio delle lauree» e le vicende che portarono all’istituzione della cattedra di Diritto privato elvetico all’Università di Pavia.
Attraverso l’analisi delle fonti conservate nell’Archivio storico dell’Università di Pavia, si è abbozzata una sorta di biografia collettiva degli studenti originari della Svizzera, mettendone e fuoco gli usi e i costumi goliardici, le prove giornalistiche e le aspirazioni di una specifica comunità studentesca, studiandone e analizzandone l’andamento delle iscrizioni, la ripartizione per facoltà e per area geografica di provenienza, la fisionomia della componente femminile, l’estrazione sociale, le tesi, i voti di laurea e il destino professionale.
Sonia Castro è dottoranda di ricerca in Storia del federalismo e dell’integrazione europea presso il Dipartimento di Scienze storiche e geografiche dell’Università degli Studi di Pavia, borsista del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (Fns) e ricercatrice associata all’Istituto di Storia delle Alpi di Lugano.
In queste pagine si delinea uno spaccato del mondo studentesco, ticinese, svizzero, e di riflesso anche di quello italiano, sullo sfondo delle relazioni intercorse tra la Svizzera e le istituzioni del Regno, ripercorrendo i dibattiti sull’italianità e sull’istituzione di un’università nel Canton Ticino, la battaglia per il cosiddetto «pareggio delle lauree» e le vicende che portarono all’istituzione della cattedra di Diritto privato elvetico all’Università di Pavia.
Attraverso l’analisi delle fonti conservate nell’Archivio storico dell’Università di Pavia, si è abbozzata una sorta di biografia collettiva degli studenti originari della Svizzera, mettendone e fuoco gli usi e i costumi goliardici, le prove giornalistiche e le aspirazioni di una specifica comunità studentesca, studiandone e analizzandone l’andamento delle iscrizioni, la ripartizione per facoltà e per area geografica di provenienza, la fisionomia della componente femminile, l’estrazione sociale, le tesi, i voti di laurea e il destino professionale.
Sonia Castro è dottoranda di ricerca in Storia del federalismo e dell’integrazione europea presso il Dipartimento di Scienze storiche e geografiche dell’Università degli Studi di Pavia, borsista del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (Fns) e ricercatrice associata all’Istituto di Storia delle Alpi di Lugano.