20 Alberto Gigli Berzolari, Alessandro Volta e la cultura scientifica e tecnologica tra ‘700 e ‘800
Alberto Gigli Berzolari, Alessandro Volta e la cultura scientifica e tecnologica tra ‘700 e ‘800
Cisalpino-Istituto editoriale universitario, Bologna 1993, 508 p.
Fonti e studi per la storia dell’Università di Pavia
ISBN: 88-205-0729-3
Il Centro per la storia dell’Università di Pavia promuove e coordina lo studio sistematico dell’Ateneo pavese dalle sue origini ai giorni nostri. Questo lavoro viene svolto con particolare riferimento ai contributi che lo Studio pavese ha dato al progresso della cultura, alle istituzioni e alle strutture scientifiche e delle Facoltà nel loro sviluppo nonché alle figure rappresentative dei docenti e alle relazioni tra le vicende universitarie e la vita politica e sociale.
Ampie ricerche sono dedicate anche alle caratteristiche demografiche e sociali della popolazione studentesca e dei docenti.
Rampollo di una famiglia aristocratica comasca, Alessandro Volta si era formato in un ambiente familiare e scolastico angusto e conservatore; scientificamente era un autodidatta. Viveva gli anni della sua maturità, quale professore di fisica sperimentale all’Università di Pavia, nell’atmosfera inquieta ma esaltante di quel periodo storico che si colloca tra la rinascita della Lombardia austriaca ed i trionfi e poi le sconfitte dell’Armata e del Regno di Napoleone. Viveva le profonde trasformazioni politiche, culturali e sociali indotte dalla Rivoluzione francese, assisteva al sorgere della nuova America, partecipava all’affermazione delle nuove scienze e delle tecnologie. Operava tra molte difficoltà dovute in gran parte alle fragilità culturali di una società quella lombarda e più in generale italiana, sostanzialmente sorda ed estranea, se non ostile, allo spirito della ricerca scientifica e alla innovazione; ma veniva coinvolto in quel processo di rinnovamento dell’Università di Pavia – iniziato dalle riforme austriache e proseguito da quelle francesi – che avrebbe portato nella cultura europea, a gonfie vele, contributi di grande rilievo nelle scienze umane, matematiche e naturali. Esponente indiscusso di un modo di fare scienza tipicamente settecentesco, era uno dei più grandi interpreti di quella scienza. Aveva quel senso della misura e quella modestia che sono dello scienziato autentico.
Era autorevole fisico e chimico pneumatista nonché geologo e meteorologo. Tra i tanti studi relativi alla elettrologia basterà ricordare, oltre a quelli generali che avrebbero contribuito a togliere di mezzo una folla di falsi problemi, i suoi specifici contributi alla elettrometria e quindi a rendere possibile la transizione da osservazioni qualitative a valutazioni quantitative, la legge elettrostatica sul rapporto tra carica e tensione e la conseguente definizione di capacità di un conduttore e di un sistema di conduttori, la scoperta delle leggi sulle tensioni nelle catene di conduttori metallici a contatto e la loro estensione alle catene di conduttori qualsiasi, che lo avrebbero portato alla invenzione della pila.
Esordiva autorevolmente a 24 anni con la memoria: De vi actractiva ignis electrici, ac phaenomenis inde pendentibus; concludeva la sua imponente opera scientifica a 61 anni con la nota: Sopra la grandine.
Era in re electrica princeps perché il suo acutissimo senso fisico, le sue singolari capacità creative e le sue impareggiabili doti di sperimentatore lo avrebbero portato a contributi decisivi al divenire autonomo di quella nuova scienza, pur tra verità ed errori.
Alberto Gigli Berzolari è professore ordinario di Fisica Generale a Pavia presso la Facoltà di Scienze mm.ff.nn.; è stato Preside della Facoltà, Rettore dell’Università e Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Svolge ricerche nel settore della fisica nucleare, subnucleare e relativa strumentazione.