46 Francesca Monza, Anatomia in posa. Il Museo Anatomico di Pavia dal XVIII al XX secolo
Francesca Monza, Anatomia in posa.
Il Museo Anatomico di Pavia dal XVIII al XX secolo
Presentazione di Alberto Calligaro e Paolo Mazzarello,
in appendice: Antonio Scarpa, Index rerum Musei anatomici Ticinensis,
Cisalpino-Istituto editoriale universitario, Milano 2006, XV, 316 p.
Fonti e studi per la storia dell’Università di Pavia
ISBN: 88-323-6066-7
Il Centro per la storia dell’Università di Pavia promuove e coordina lo studio sistematico dell’Ateneo pavese dalle sue origini ai giorni nostri. Questo lavoro viene svolto con particolare riferimento ai contributi che lo Studio pavese ha dato al progresso della cultura, alle istituzioni e alle strutture scientifiche e delle Facoltà nel loro sviluppo nonché alle figure rappresentative dei docenti e alle relazioni tra le vicende universitarie e la vita politica e sociale.
Ampie ricerche sono dedicate anche alle caratteristiche demografiche e sociali della popolazione studentesca e dei docenti.
Ampie ricerche sono dedicate anche alle caratteristiche demografiche e sociali della popolazione studentesca e dei docenti.
I musei anatomici nacquero nella seconda metà del Settecento con finalità didattiche a supporto delle facoltà mediche.
Sono espressione di una concezione museale che vide l’apice del suo sviluppo nell’Ottocento per poi cadere in disuso, con il progredire della tecnologia, nel corso del Novecento.
L’Università di Pavia vanta una delle collezioni di Anatomia Umana tra le più antiche e ricche d’Europa, formata quasi esclusivamente da preparati naturali, eseguiti cioè da cadavere, che testimoniano l’articolata attività di ricerca e le importanti scoperte, in campo anatomico, realizzate presso l’Ateneo. Lo studio ricostruisce la storia di questa collezione, ora divisa tra l’Istituto di Anatomia Umana Normale e il Museo per la Storia dell’Università, grazie a una vasta documentazione d’archivio, che parte dal 1771 e giunge fino alla fine dell’Ottocento. L’opera alza il velo su una storia lontana, ponendo le basi per una valorizzazione di un patrimonio prezioso per la storia della medicina. Conoscere la storia di un museo e delle sue collezioni infatti è il primo passo per una loro corretta conservazione e comunicazione. Il volume è arricchito dalla riproduzione in anastatica dell’Index rerum Musei Anatomici Ticinensis, primo catalogo a stampa del museo redatto da Antonio Scarpa. E’ un documento importante e di difficile reperibilità, che “fotografa” la composizione della collezione nel 1804.
Sono espressione di una concezione museale che vide l’apice del suo sviluppo nell’Ottocento per poi cadere in disuso, con il progredire della tecnologia, nel corso del Novecento.
L’Università di Pavia vanta una delle collezioni di Anatomia Umana tra le più antiche e ricche d’Europa, formata quasi esclusivamente da preparati naturali, eseguiti cioè da cadavere, che testimoniano l’articolata attività di ricerca e le importanti scoperte, in campo anatomico, realizzate presso l’Ateneo. Lo studio ricostruisce la storia di questa collezione, ora divisa tra l’Istituto di Anatomia Umana Normale e il Museo per la Storia dell’Università, grazie a una vasta documentazione d’archivio, che parte dal 1771 e giunge fino alla fine dell’Ottocento. L’opera alza il velo su una storia lontana, ponendo le basi per una valorizzazione di un patrimonio prezioso per la storia della medicina. Conoscere la storia di un museo e delle sue collezioni infatti è il primo passo per una loro corretta conservazione e comunicazione. Il volume è arricchito dalla riproduzione in anastatica dell’Index rerum Musei Anatomici Ticinensis, primo catalogo a stampa del museo redatto da Antonio Scarpa. E’ un documento importante e di difficile reperibilità, che “fotografa” la composizione della collezione nel 1804.